I mezzi di comunicazione di massa, compresa l'istruzione, spesso riflettono il punto di vista del sistema dominante, che talvolta cerca di sfruttare situazioni per creare divisioni tra le persone.
Uno dei loro obiettivi può essere l'uso di un linguaggio che indirizzi il pubblico verso interpretazioni distorte della realtà, contribuendo così a formare un'opinione pubblica distorta e lontana dalla verità.
Le informazioni sono spesso selezionate per attribuire agli oppressi responsabilità che in realtà dovrebbero ricadere sugli oppressori. Invece di parlare delle 'vittime del sistema' costrette a commettere reati per sopravvivere, si cerca di identificare elementi che possano alimentare la divisione tra gli oppressi.
Queste persone vengono spesso etichettate in modi negativi, come 'colpevoli', 'extracomunitari', 'omosessuali', 'pazzi', 'pericolosi', 'asociali', 'recalcitranti' o 'sovversivi', a seconda delle circostanze. Il linguaggio del sistema ha una serie di etichette predefinite per questo scopo. Le persone che sono oppresse, istruite sin da bambini a obbedire ciecamente all'autorità, tendono a credere nelle verità trasmesse dalla televisione e a utilizzare questo stesso linguaggio contro la loro stessa comunità, involontariamente sostenendo gli oppressori.
La nostra identità in questa società è fortemente influenzata dal contesto culturale e formativo. È fondamentale proteggere i bambini da questa cultura disumana e alienante.
Dovremmo permettere loro di crescere seguendo le loro inclinazioni naturali, evitando di imporre loro i nostri metodi, linguaggi e dogmi. Sono loro il futuro che desideriamo, quindi lasciamoli crescere liberamente.